Paolo Avezza ha puntato molto sui vini che meglio caratterizzano l’Astigiano, dalla Barbera al Dolcetto, dal Moscato ai metodo classico Alta Langa Docg. Quest’ultima, sebbene non abbia ancora raggiunto la notorietà di regioni spumantistiche come Franciacorta e Trentino, ha molte carte da giocare, forte di un territorio di antica tradizione vinicola e di una vocazione indiscutibile per la viticoltura.
Paolo ha da poco preso il “passaggio di consegne” dell’azienda di famiglia acquistata nel 1956 dal nonno Natale e condotta fino al suo ingresso da papà Aldo. Gli ettari di proprietà sono passati da 2 a 7 e la cantina è stata recentemente ristrutturata e adeguata ai nuovi regimi. Tutto il lavoro è curato con attenzione e premura assolute dalla famiglia, con la collaborazione di tecnici esperti di vigna e cantina.
Le varietà utilizzate sono barbera (Nizza Monferrato), nebbiolo, dolcetto, pinot nero, chardonnay (Canelli), moscato (Canelli), tutti allevati in controspalliera con potatura Guyot, nel rispetto delle più recenti direttive comunitarie atte a ridurre l’uso di fitofarmaci e concimi per un minor impatto ambientale.
La qualità nei vini è evidente, in tutte le tipologie degustate, così come lo stile sobrio e consapevole, i due Metodo Classico Brut e Rosé sono davvero ben fatti e di carattere, così come il Dolcetto d’Asti che mantiene la tipicità rivelando anche sfaccettature originali, mentre la Barbera d’Asti, maturata in acciaio, testimonia quanto sia ideale il terroir della zona intorno a Nizza, offrendo un bell’esempio di struttura ed equilibrio.